Description

Testi bilingue redatti in Francoprovenzale e Italiano (L. 482/1999)


[Fp]
Se do Pont te vin en Val Soana, propi douant da rouar o Ronc, a dreiti dla vi grosa e apìa al segrà, te troe en be Santouari: i et la ciapelà dla Madona dla nei e dli emigrant.

Tuiti li valsoanin i la portont en tel cher pehché dedint i li sont sesantuet plache en brons chi ant enfumà li nom dli cali chi sont mort en tel varcan: li vedriat chi sont sghii da li couert o le fenè chi sont saoutaie giù en mountagni en ten chi alavont farse en fiorer de fen o en fai de bohc.

La fehta con la mesà, la procesion e l’incant i vint faiti tuiti li anf a la prima dimengi d’oht e o i et sempe pien de gent.

Lo poht dareoui che orà o i et la ciapelà o se demandavet “lo Criht” e, o pet donase, co li fuset en capitel con la creus. Come co se poseit lire en tel milezim, li primi ghiezi, con li sot dla pora gent, i sont hta fait en tl’anf 1484.

A la fin del 1600, lo vehcò Lambert o paset verla e o la demandet “San Sebastiano in Cristo della comunità”. La ciapelà i vint refaiti en tel 1778 e, enfumà l’autar, en tl’anf 1779.

Derer l’autar o i et nà pitoda Madona chi tint lo Mainà. I li sont d’aouti dui autar pi pitodi: enfumà a un o iet na pituri de San Sebastiano e, enfumà a l’aouto, na pituri con la Madona chi vat troar sia cuzinà Elisabetta.

Fera da la ciapelà, a dreiti, o i et en monument con en vedriat e en ruga chi pregont la Madona e, a senehta, o se veit na creus con na fenà vihtìa da nosaouti chi pieuiret, pe en om o pe en fi, mort en tel varcan. Li dui monument i sont hta fait da Jacques Peradotto.

Da carchi anf i ant butà en roc pe ricourdar Mons. Don Lorenzo Babando co l’et hta prevoht de Ronc, L’Engri e Cordoneri pe fincanteses anf.

En tl’anf 2004, Costanza Maria Tibaldeschi i at piturà tot la part doant dla ciapelà.


[IT]

Se da Pont vieni in Valle Soana, prima di arrivare a Ronco, lungo la strada provinciale a destra e vicino al sagrato trovi un bel santuario: è la chiesa della Madonna della Neve e dell’emigrante.

Tutti i valsoanini la portano nel cuore perché al suo interno si trovano sessantotto placche di bronzo con il nome delle persone morte sul lavoro: i vetrai che sono scivolati dai tetti o le donne che sono cadute in montagna mentre facevano un fastello di fieno o un fascio di legna.

La festa con la messa, la processione e l’incanto avviene tutti gli anni alla prima domenica di agosto e c’è sempre tanta gente.

Il posto dove ora c’è la chiesa si chiamava “lo Criht” e, può darsi, che ci fosse un pilone votivo con la croce. Alla fine del 1600 il vescovo Lambert passò a visitarla e la dedicò a San Sebastiano in Cristo della comunità. Venne rifatta nel 1778 e, sopra l’altare, nel 1779.

Dietro l’altare c’è una piccola Madonna che tiene il Bambino. Ci sono altri due altari più piccoli: sopra a uno c’è una pittura di San Sebastiano e sopra all’altro una pittura con la Madonna che va a trovare sua cugina Elisabetta.

All’esterno della chiesa, a destra, c’è un monumento con un vetraio e uno stagnino che pregano la Madonna e a sinistra si vede un crocifisso con una donna vestita negli abiti tradizionali che piange per un uomo o un giovane morti sul lavoro. Questi due monumenti furono realizzati da Jeacques Peradotto.

Da qualche anno si è realizzata un’installazione in pietra per ricordare Mons. Don Lorenzo Babando, che è stato prevosto di Ronco, Ingria e Valprato per cinquantasei anni.

Nell’anno 2004, Costanza Maria Tibaldeschi ha pitturato la facciata della chiesa.

Modalità di accesso

Il Santuario del Crest si trova sulla strada provinciale della Valle Soana di fronte al cimitero comunale. il luogo è di facile accesso e il percorso non presenta alcuna difficoltà.

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